Iniziamo con questo articolo la
trattazione di una categoria di strumenti finanziari che riveste tuttora una parte
sensibile nel portafoglio degli investitori italiani.
Ci riferiamo ai Fondi Comuni di investimento e Sicav,
che dopo il boom in termini di raccolta a cavallo degli anni ’90 hanno
conosciuto una progressiva deriva, soppiantati sempre più nelle scelte di
portafoglio dai nuovi strumenti che nel corso degli ultimi anni sono stati offerti
sui mercati finanziari (ETF, certificati ecc).
Lo spunto lo fornisce la recente
statistica sulla raccolta di aprile,
che presenta dati piuttosto negativi (il saldo finale parla di una flessione
per 997 milioni); il trend generale inoltre denota una continua diminuzione
delle masse gestite, e principalmente per i fondi di diritto italiano a
vantaggio dei fondi di diritto estero.
Un dato per rendere l’idea: all’
inizio di questo periodo di turbolenza dei mercati finanziari (primo trimestre
2008), quando si è manifestata la crisi dei mutui sub-prime, le masse gestite dei fondi erano pari a 545 mld di
euro, divisi quasi equamente tra fondi italiani (287 mld) e fondi esteri (258
mld). Dopo quattro anni, con la fine del mese di aprile le masse totali sono risultate 434 mld
(-20,4%) e con una distribuzione ben diversa, vale a dire una netta
predominanza dei fondi di diritto estero su quelli italiani (286 mld contro 148, in pratica il doppio).
Se la fotografia generale risulta
impietosa, è altrettanto vero che all’interno di questo “contenitore” noi
possiamo trovare prodotti di eccellente qualità, che possono quindi soddisfare
anche in questi periodi le esigenze dei risparmiatori e giustificarne
l’acquisto.
Vale la pena quindi di scendere
nel dettaglio per andare ad individuare i fondi migliori, cosa che faremo nei
prossimi articoli presentando alcuni di
questi.
Sono però necessarie alcune
considerazioni preliminari su cosa vuol dire individuare i fondi migliori:
molti fattori entrano infatti in gioco quando parliamo di investire in un organismo
di investimento collettivo, e molto spesso l’investitore fatica ad individuare le
esatte motivazioni della (eventuale) cattiva performance del fondo in cui ha
riposto i propri risparmi.
Se cioè si tratta di cattiva
performance semplicemente perché il
fondo ha seguito il suo benchmark, che nel periodo esaminato è risultato
negativo per le evoluzioni di mercato, oppure non si tratti invece di scarsa efficienza di gestione del fondo
stesso (due fondi della stessa categoria, aventi lo stesso benchmark
possono presentare rendimenti sensibilmente differenti per le scelte a monte dei
rispettivi teams di gestione).
Un altro fattore molto importante
è il timing di entrata (e di uscita);
anche un fondo gestito in modo eccellente può presentare nel breve – medio
periodo un rendimento deludente; il risparmiatore che decide di allocare i suoi
risparmi in un fondo di investimento deve porsi allora un orizzonte temporale
adeguato (almeno 5 anni per gli azionari) al fine di ammortizzare eventuali
ingressi in periodo di sofferenza del mercato di riferimento.
Esistono tuttavia alcuni
accorgimenti che è possibile adottare ex-ante per ottimizzare il nostro
investimento e dare un ulteriore valore aggiunto a quello che verrà apportato
dal gestore; la verifica preventiva di alcuni indicatori come le medie mobili
ci possono suggerire se effettuare un
ingresso nel fondo oppure è meglio soprassedere in attesa di condizioni
migliori, dirottando la liquidità disponibile verso altri strumenti meno
rischiosi.
Nelle presentazioni dei fondi che
si susseguiranno vedremo come una semplice metodologia basata sulle medie
mobili (da applicarsi però in modo disciplinato…) possa portare a risultati molto diversi a
seconda dei momenti di entrata e/o uscita.
Facendo una breve sintesi,
vediamo i fattori importanti per un investimento di successo nei fondi di
investimento:
1)
Performance
del mercato di riferimento: è la condizione di base, dovendo ogni fondo
rapportarsi con il proprio benchmark (indice o panieri di indici); più la
performance del benchmark è elevata, più è alta la probabilità di una
performance interessante da parte del nostro fondo; per inciso, la performance
è ovviamente un dato ex-post, che abbiamo in mano quando gli eventi sono già
accaduti. Risulta quindi importante effettuare a monte una scelta strategica
del mercato sul quale andremo ad investire
2)
Efficienza
gestionale: come detto, l’efficienza del team di gestione in fase di scelta
dei titoli da tenere in portafoglio può portare a risultati sensibilmente
differenti tra un fondo ed un altro della stessa categoria; occorrerà quindi
fare un filtro sui fondi che hanno un linea gestionale efficace. E’ possibile
monitorare il lavoro del gestore sulla base di indicatori che misureranno,
oltre che la performance conseguita, anche altri parametri quali la volatilità
e che ci restituiranno perciò una fotografia più precisa del prodotto esaminato.
3)
Volatilità:
E’ un altro parametro che va ponderato; la volatilità misura il rischio, quindi
più è alta e più le quotazione del nostro fondo saranno soggette a fluttuazioni
ampie, con la conseguenza di aumentare l’esposizione rischiosa del nostro capitale.
Il risparmiatore deve quindi selezionare il fondo coerentemente con la propria
propensione al rischio.
4)
Timing di
entrata/uscita: anche questo aspetto risulta fondamentale per il nostro
risultato finale, molte volte anche solo per pigrizia vengono lasciate aperte
posizioni che si sarebbero dovute chiudere immediatamente al verificarsi di
certe condizioni.
5)
Costi di
gestione: fattore tutt’altro che trascurabile anche se forse poco considerato.
I costi di gestione che gravano annualmente sul patrimonio del fondo ne
diminuiscono giocoforza il rendimento; l’incidenza di 0,5 - 1 punti percentuali
in più od in meno all’anno possono significare diversi punti persi o guadagnati (e di conseguenza soldi),
se il fondo viene tenuto in portafoglio per alcuni anni. E’ quindi importante,
una volta che abbiamo prima filtrato i fondi per mezzo dei fattori esposti nei
punti precedenti, procedere ad ulteriore selezione preferendo, a parità di
rendimento e volatilità, il fondo che presenta il costo di gestione più basso.
Nei prossimi articoli esamineremo alcuni dei fondi che reputiamo
degni di attenzione.
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