Con
l’inizio del mese di settembre facciamo oggi un approfondimento sul Dow Jones
Industrial, e vediamo come impostare una strategia sia di medio che di più
lungo periodo.
La
situazione attuale dei mercati è di difficile interpretazione; con il Medio Oriente
in fermento e il probabile attacco degli Stati Uniti alla Siria i listini
inevitabilmente ne hanno risentito ed il prezzo del petrolio è tornato a
salire.
Non
dimentichiamo inoltre di essere ancora nel periodo estivo, storicamente meno
performante di quello invernale.
Dopo
la seduta del 29 agosto, l’indice americano risulta comunque in progresso
rispetto ad inizio anno del 13,63%; la medesima percentuale di salita si
riscontra a 12 mesi (13,60%) dopo aver smaltito nel mese di agosto un po’ di
ipercomprato (dal 2 agosto riscontriamo una flessione di quasi 5 punti).
Se
da un lato gli indicatori macroeconomici statunitensi continuano a registrare
miglioramenti, paradossalmente il mercato vede quest’ultimi come fattori che
rendono più vicino il cosidetto “tapering” cioè l’allentamento delle misure di
iniezione liquidità da parte della Federal Reserve.
Difficile
dire come reagiranno i mercati allorquando le suddette misure verrano
materialmente poste in atto, ma una cosa è certa: il lungo termine stempererà
tutto e noi qui oggi vogliamo ragionare proprio in un’ottica di più lungo
periodo.
Diamo
adesso uno sguardo a qualche dato statistico iniziando dalla stagionalità del
mese di settembre, che è purtroppo negativa: come potete riscontrare dalla
tabella sotto riportata, la variazione media degli ultimi 15 anni vede una
flessione media mensile nel mese di settembre di 1,56 punti anche se lo scorso
anno si ebbe un rialzo del 2,65%.
Dopo
l’ultima seduta di agosto il Dow Jones è in progresso sui 12 mesi del 13,13%,
un discreto rialzo che risulta sopra la media storica di rialzo annuale.
Siamo
andati infatti a verificare dall’inizio della serie storica, trovando che la
performance media annua del Dow Industrial è del 7,36%; anche considerando
valori più vicini e prendendo in esame il periodo che va dal secondo dopoguerra
ai giorni nostri scopriamo che la media di rendimento annuale passa dal 7,36 al
7,70%.
Diciamo
quindi per semplificare un pò le cose
che il Dow Jones rende circa l’8% annuo, il che non è poco.
Al
momento l’indice presenta un rendimento annuo superiore alla sua media storica
e prima o poi questi cinque punti percentuali in eccesso dovranno rientrare
nella media con un periodo di sotto performance.
In
un’ottica di investimento sul lungo periodo la cosa non ha molta importanza;
siamo andati comunque a controllare cosa succede nel breve quando al momento
dell’investimento l’indice presenta un rendimento annuale sopra il 10% ed i
risultati sono comunque buoni.
Il
periodo analizzato è quello che va dal 2000 ad oggi.
Su
129 mesi disponibili dal 2000, abbiamo 45 casi (il 35%) in cui la performance
annua del Dow risultava superiore a 10% (come in questo periodo); nei
successivi 12 mesi, la performance dell’indice risultava negativa in 12 casi sui
45 totali (26,6%) con una performance media di -9,24%; di contro, i casi con
performance positiva sono stati 33, di cui ben 15 (33%) con performance
superiore alla media storica dell’8%.
In
questi ultimi 15 casi la performance del Dow Jones nei 12 mesi successivi
risulta pari al 15,84%.
Per
finire, diamo uno sguardo agli strumenti per investire direttamente sull’indice
Dow Jones; sono due ETF (Exchange Traded Fund), il primo emesso da IShares ed il secondo da Lyxor, entrambi negoziabili presso Borsa Italiana tramite la propria Banca o Broker.
Ishares Dow Jones Industrial
Average cod. ISIN IE00B53L4350
comm. totali annue 0,33%
Lyxor ETF Dow Jones
Industrial Average cod. ISIN FR0007056841
comm. totali annue 0,50%
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